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Maratona

La Maratona di Amsterdam con Fabio Giudici

Eugenio Montale disse: amo l'atletica perchè è poesia, se la notte sogno, sogno di essere un maratoneta e Fabio Giudici, maratoneta e ambassador di SportsShoes, ci ha fatto davvero sognare alla Maratona di Amsterdam 2022! Con un tempo di 2 ore 44 minuti e 20 secondi, Fabio ha portato la grinta italiana sulle strade olandesi. Ma ora lasciamo la parola a lui!

1. Ciao Fabio! Prima di raccontare della tua impresa, che ne diresti di parlare un po' di te? Raccontaci qualcosa di te e di come ti sei avvicinato al mondo del running.

Quando, fin da bambino, vedi tuo papà che dopo il lavoro esce a correre per allenarsi ogni giorno con qualsiasi meteo c’è poco da fare, prima o poi questo silenzioso insegnamento torna fuori. Anche se inizialmente non ho seguito le orme paterne, dedicando i miei anni giovanili al ciclismo, ad un certo punto ho tolto tutto quel che di non necessario c’era nel gesto sportivo abbandonando l’attrezzatura e tornando alla base della natura umana. Secondo alcuni studi l’uomo è nato e si è evoluto per correre e non c’è gesto più antico e istintivo del correre: l’azione più arcaica e istintiva che possa fare il genere umano. Forse correre è un urlo silenzioso, e il numero di fianco al nostro nome, al termine di una gara, è un grido “io esisto e questo è il mio valore” messo nero su bianco per noi e per i posteri. Al di là di questa divagazione, praticare sport mi ha sempre accompagnato nella mia vita, per me lo sport è sempre stato lì: la voglia di far fatica dopo una giornata di lavoro, di trovare le energie per soffrire e cercare di raggiungere un risultato è sempre stata determinante nella mia vita, lo sport è l’azione in cui, per scelta, decidiamo di investire le nostre energie. E dal momento che è una nostra scelta val la pena farlo bene, no?

2. Quali sono stati gli aspetti più importanti nella preparazione della Maratona?

Pazienza, costanza e recupero sono i miei punti fermi a cui faccio sempre riferimento durante la preparazione della maratona. Pazienza prima di tutto: la preparazione è un percorso lungo almeno due o tre mesi, ci sono momenti positivi e altri negativi, non si deve esagerare all’inizio per essere certi di arrivare in fondo! Il secondo aspetto è la costanza: la maratona si costruisce allenamento dopo allenamento, è una scala su cui si deve salire un passo alla volta e in cui ogni gradino è fondamentale per arrivare in cima. Anche se un gradino scappa via per mille motivi (interni o esterni) è necessario andare avanti, ma ogni giorno bisogna fare un gradino per poi raggiungere la cima. Il terzo aspetto su cui concentro è il recupero, sia tra un allenamento e l’altro (compatibilmente con gli impegni lavorativi e la vita di tutti i giorni) che durante le sedute di corsa libera in cui tengo un ritmo molto blando cercando di sprecare meno energie possibili che preferisco investire sugli allenamenti più specifici.

3. Parlaci un po’ del tuo allenamento: come si svolge e quali sono i tuoi “punti chiave” di cui non puoi fare a meno?

Principalmente i miei allenamenti si svolgono la sera, dopo otto ore di lavoro tra ufficio e magazzino, trovare l’energia per mettersi le scarpe non è sempre facile ma una volta allacciate le stringhe e scesi i primi due gradini delle scale di casa tutto diventa un po’ meno difficile. In senso più ampio il mio programma di allenamento solitamente è lungo 15 settimane in cui ad una prima parte di costruzione della resistenza alla distanza (circa 3 settimane) segue una parte più specifica, relativa alle velocità che dovrò tenere in gara (circa 10 settimane, ad intensità variabile) e poi una piccola parte di circa 2 settimane di scarico pre gara. I punti chiave sono le settimane di carico: mi piace (e mi serve) che ci siano un paio di settimane intense in termini di quantità e qualità dei chilometri percorsi. Sono i momenti in cui mi addormento sul divano dopo cena sento mal di gambe scendendo dal letto e mi chiedo chi me lo abbia fatto fare.

4. A chi si avvicina al mondo delle maratone, qual è il consiglio che daresti?

In generale per chi si avvicina al mondo della corsa, e ancora di più a chi si avvicina al mondo della maratona il mio suggerimento è di uscire dalla comfort zone. A volte trovo persone che hanno un’esperienza simile a “sei mesi fa ho fatto una mezza, oggi ho fatto la prima maratona e tra tre mesi faccio una cento chilometri”, li ammiro molto per la fiducia in sé stessi ma vorrei suggerire loro un approccio differente: invece che aumentare i chilometri provate a correre in meno tempo quelli che già sapete correre. Per due motivi: il primo è la soddisfazione personale (che scoprirete esistere anche nell’andare più forte oltre che più lontano), il secondo è molto più materiale: se ci mettete meno tempo a correre una distanza ci metterete meno impegno temporale ad allenarvi per farli. O magari, con lo stesso impegno quantitativo potreste allenarvi meglio. In breve il mio consiglio è: prima di fare una maratona dedicate per un po’ di tempo le vostre energie a cercare di correre più forte le distanze che già conoscete, cercate i vostri limiti sulla velocità prima che sulla distanza. In brevissimo: Non correte tanto. Correte forte!

5. Qual è stato il momento più difficile della gara? E quello più bello, invece?

Il più bello è il motivo stesso per cui mi sono trovato sulla riga di partenza della TCS Amsterdam Marathon, il tempo passato con il team di Sportsshoes a realizzare i contenuti in vista del lancio primaverile della prima super shoes di Mizuno è stato entusiasmante e stimolante oltre che molto divertente. Avere il loro supporto durante tutto il weekend è stato un grande stimolo senza il quale non avrei superato la crisi che ho incontrato negli ultimi sei chilometri di gara, il classico muro della maratona questa volta mi ha colpito duro, capita.

6. In che modo il kit che hai utilizzato ti ha aiutato nel raggiungere questo risultato?

Il kit che ho utilizzato ha aggiunto pepe all’esperienza! A causa di qualche rallentamento doganale ho aspettato a lungo queste super shoes di cui ho partecipato al lancio e sono arrivate a casa proprio mentre stavo uscendo per raggiungere l’aeroporto, tempismo perfetto. Ho trovato pantaloncini, canottiera e soprattutto le scarpe apparentemente disegnate proprio per me. La canotta Mizuno è stata una piacevole scoperta: ho trovato il materiale leggero, traspirante e aderente, perfetto sia per le gare sia per i caldi allenamenti estivi. Ma le scarpe sono state la vera sorpresa: sono un vero e proprio game changer tra le scarpe con piastra propulsiva a ritorno di forza, la struttura attorno alla placca è eccellente e il grip della suola è di un livello superiore. Non vedo l’ora di usarle di nuovo!

Potrete seguire qui le avventure di Fabio.

Clicca qui per il VIDEO RIASSUNTO in inglese di questa Maratona di Amsterdam con le interviste agli atleti e un anteprima esclusiva di Mizuno che uscirà nella Primavera 2023.

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